Gli aquiloni credono che la terra sia legata ad un filo...

IL MUSEO DEDICATO ALL'ARTE DEL VENTO

Gli aquiloni credono che la terra sia legata a un filo

Il museo gestisce la collezione iniziata negli anni ’70 dal pittore Claudio Capelli, ideatore e organizzatore dal 1981 del festival di Cervia proprio in nome della sua originale passione per l’arte del vento.  Composto da un immenso patrimonio di beni e di saperi catalogati in ordine cronologico, secondo la provenienza geografica o in base a criteri estetici più innovativi, l’archivio rende disponibile in maniera permanente un capitale culturale di impareggiabile valore per la realizzazione di attività espositive, didattiche, di ricerca e di promozione turistica.

LA PROSSIMA MOSTRA

Dopo il successo delle precedenti edizioni, la collezione del Museo dell’Aquilone torna ad essere ospitata nella splendida cornice del Magazzino del Sale Torre per una nuova mostra della rassegna espositiva “Il Giro del Mondo in 80 Aquiloni” e un’inedito percorso alla scoperta delle antiche tradizioni dell’arte del vento.

Al via il 6 Ottobre, nel contesto della tre giorni di festa dedicata agli aquiloni per la Pace “One Sky One World”, l’esposizione ad ingresso gratuito prosegue fino al 29 Ottobre e ospita per la prima volta anche una sezione dedicata ai laboratori didattici di costruzione e agli incontri formativi a cura di Artevento Cervia Aquiloni dal Mondo.

Per sopraggiunti motivi tecnici la mostra “Il Giro del Mondo in 80 Aquiloni” sarà visitabile fino alle ore 18:00 di sabato 28 ottobre e rimarrà chiusa il giorno 29 ottobre.

SCOPRI DI PIÙ

INGRESSO GRATUITO

ORARI APERTURA

Dal 6 al 8 Ottobre
In concomitanza di
One Sky One World – Festival degli Aquiloni per la Pace
Orario continuato dalle 10.00 alle 23.00
9 Ottobre Chiuso
Dal 10 al 29 Ottobre
Mattino dalle 10.00 alle 13.00
Pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00


LABORATORI PER BAMBINI

Dal 6 al 7 Ottobre
Dalle ore 10.00 con iscrizione sul posto
Dal 10 al 29 Ottobre

LABORATORIO + VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA

Per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria
dai 4 ai 12 anni
SOLO SU PRENOTAZIONE


LABORATORI PER ADULTI

Dal 6 al 7 Ottobre

CORSO DI DUE GIORNATE

SOLO SU PRENOTAZIONE – POSTI LIMITATI
INFO E PRENOTAZIONI

IL MUSEO DELL'AQUILONE

IL MUSEO DELL’AQUILONE

Relegato dal luogo comune all’immaginario ludico dell’infanzia, l’aquilone veicola in realtà una molteplicità di usi e significati che accompagnano in maniera trasversale la storia dell’umanità e, proprio per questo motivo, rappresenta un fantastico oggetto di ricerca antropologica, prestandosi agli approfondimenti di carattere storico e scientifico oggetto dell’attività didattica del museo.

Nelle foto tre documenti dall’archivio del museo: “Le marelle et le cerf-volant”, acquaforte di Jacques Stella tratto da “Les ieux et plaisirs de le enfance” di Claudine Bouzonnet – Stella, 1657 “The March of Intellect. Lord how this world improves as we grow older”, stampa acquerellata di William Heath, 1829 e l’esempio contemporaneo di art naif “Ninos volando barrilettes” di Alexander Usen

Benché non ci siano certezze assolute sull’origine dell’aquilone, le fonti inducono a pensare che esso sia nato in Cina oltre 2500 anni fa e che si sia poi diffuso nel resto del mondo secondo tre rotte principali: prima in Corea e in Giappone, poi in Malesia, Indonesia, Thailandia e Isole del Pacifico, quindi in Arabia e in Europa attraverso Birmania e India. Ed è proprio la sua misteriosa genesi, insieme alle straordinarie fattezze che ha assunto lungo il corso della sua storia, a rendere l’aquilone una delle invenzioni dell’uomo più affascinanti e versatili. Lo studio di quello che si può definire, dal punto di vista tecnico, un oggetto più pesante dell’aria capace di volare, vincolato a terra da un filo, sfruttando la forza di portanza generata dal vento, schiude fantastiche prospettive di approfondimento, mettendo in relazione tutti i campi dello scibile umano.
Associato in molte culture del mondo alla sfera dell’ultraterreno e utilizzato per stabilire un contatto con l’aldilà, propiziare raccolti, nuove vite o climi favorevoli, l’aquilone è stato usato fin dal V secolo a.C. anche per innumerevoli scopi pratici come sollevare e trasportare uomini e cose, pescare, effettuare misurazioni, rilievi meteorologici, navigare, trasportare slitte, o lanciare messaggi. Nello specifico, a partire dal 18° secolo, viene utilizzato nel contesto di alcune delle ricerche scientifiche che cambiano in maniera decisiva la storia dell’umanità. Dalla dimostrazione della natura elettrica del fulmine di Franklin (1750), alle ricerche che portarono i fratelli Wright al prototipo di un velivolo motorizzato controllato (1903), passando per l’esperimento di telegrafia di Marconi – che si avvalse proprio di un aquilone per trasportare un’antenna ricevente mobile e mettere in collegamento per la prima volta l’America e l’Europa (1901) – si può affermare che senza gli aquiloni il mondo non sarebbe quello che è oggi.

Obiettivo  del museo è tradurre le ricerche antropologiche, storiche e scientifiche sul suo tema in occasioni di approfondimento didattico per una sperimentazione fisica e condivisa dell’atto creativo, in grado di capace di educare all’empatia e alla comprensione attraverso le arti visive, e di favorire lo sviluppo di un pensiero critico sui temi connessi alla sostenibilità ambientale. Riconoscendo al mondo dell’arte e della divulgazione il proprio ruolo di responsabilità nel proporre nuove visioni per un cambiamento culturale legato allo sviluppo di una coscienza collettiva e all’attivazione di comportamenti virtuosi, il Museo dell’Aquilone celebra il matrimonio tra l’arte e l’ambiente, dimostrando che il rapporto tra il vento e l’ingegno ha non solo determinato il progresso dell’umanità fino ad oggi, ma può giocare un ruolo fondamentale in prospettiva soprattutto del domani e della salvaguardia dell’ecosistema anche attraverso l’eolico in quanto fonte inesauribile di energia rinnovabile.

I PERCORSI TEMATICI

I PERCORSI TEMATICI

Raccogliendo migliaia di esemplari provenienti da ogni parte del mondo, donazioni delle delegazioni ospiti del festival di Cervia e documenti di varia natura, l’archivio del museo consente di tracciare percorsi di approfondimento che non si limitano ad una semplice ricostruzione cronologica della biografia dell’oggetto, ma favoriscono approcci inediti intenzionati a celebrare in primis l’unità nella diversità e l’aquilone come simbolo di pace e paradigma di un dialogo multiculturale, oltre che come strumento di un dialogo sostenibile con l’ambiente.

Alcuni esempi di aquiloni etnici appartenenti al museo in foto di archivio relative alle delegazioni ospiti al Festival dell’Aquilone di Cervia: il Thai Kite Heritage Group dalla Tailandia con gli aquiloni chula e pakpao, il team giapponese del Dott.Hasegawa dalla città di Toyama con l’iguri dako e la famiglia di Abdul Halim, ambasciatore della tradizione malese nel mondo, con l’aquilone wau bulan

Al fascino dell’oggetto protagonista di studio, il museo risponde con dinamiche trasversali che raccontano, insieme alla storia dell’aquilone, anche quella dell’uomo, dai prodotti culturali ai rapporti sociali, per costruire collettivamente risposte eticamente consapevoli. Benché la maggior parte delle fonti concordino sulla Cina come paese natale dell’aquilone è infatti plausibile che in diversi luoghi del mondo, a un dato momento della sua evoluzione, l’uomo si sia cimentato più o meno casualmente con il suo volo, sollecitato da un primigenio senso di meraviglia al cospetto della natura o da un bisogno contingente. Si pensi alla testimonianza secondo la quale l’aquilone deriverebbe da un filo legato a un cappello per non perderlo al primo colpo di vento oppure all’aquilone foglia della Martinica, che precede qualsiasi complessità costruttiva, “semplicemente” brigliando, arcuando e dotando di coda stabilizzatrice un elemento che il vento da solo avrebbe fatto altrimenti volare via.

L’uomo che si stupisce di fronte alle forze della natura è lo stesso che impara poi a sfruttarle come insegna la storia dell’aquilone, il quale ora ci suggerisce finalmente come affidarci a fonti di energia rinnovabile, come quella eolica prodotta dal vento…

Fino all’inizio del ‘900 l’aquilone è stato l’unico oggetto costruito dall’uomo capace di volare sotto il suo controllo, e grazie alla facilità di reperire i materiali per la sua costruzione, dalle fibre vegetali fino alla stoffa e alla carta, esso ha avuto la straordinaria diffusione che il museo documenta ora attraverso una serie di percorsi espositivi che ne presentano sia l’aspetto strumentale che quello squisitamente estetico.

I LABORATORI DIDATTICI

I LABORATORI DIDATTICI

Imparare, sognare, fare, volare: il museo attiva nuove relazioni fra arte, ambiente e didattica, preferendo il vento come energia propulsiva di dinamiche estetiche nuove e proponendo laboratori, corsi di formazione, seminari e residenze adatti a partecipanti di ogni età ed abilità.

Nato per una felice coincidenza del destino nel centenario dalla nascita di Gianni Rodari, il museo interpreta in maniera originale proprio la sua grammatica della fantasia, attribuendo all’immaginazione connessa con la poetica del volo un ruolo decisivo nel suscitare quell’energia del fare creativo che è tanto liberatoria per il bambino quanto per l’adulto. Versatile oggetto di sperimentazione, l’aquilone esprime nell’efficacia del gioco educativo tutta l’importanza dei suoi molteplici significati, prestando il fianco ad approfondimenti di carattere antropologico, artistico, storico e scientifico e ponendosi al centro di una nuova modalità formativa intesa a favorire attraverso la creatività manuale anche lo sviluppo di un pensiero critico e poetico sia a livello individuale che collettivo.

Nei suoi atelier, il museo educa alla costruzione non di un semplice gioco, ma dell’emblema perfetto di una società resiliente, promotrice, attraverso il fare artistico condiviso con i bambini della comunità, di un stile di vita sostenibile anche a livello etico e sociale.

INCONTRARSI FRA LE NUVOLE

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